Caro Miguel

by Chiara Scardaci

Caro Miguel negli anni sono cresciuta correndo con te.

Ti ho conosciuto quando la partenza e l’arrivo erano allo stadio di atletica delle aquile dedicato a Paolo Rosi.

Allora non sapevo molto della tua storia.

Iniziai leggendo la poesia “Per te atleta” che tutto dice di ciò che sei stato: ogni volta che solo penso alle parole che la compongono, ogni volta che la recito, mi commuovo e vorrei che nulla di brutto ti fosse accaduto.

Sei sempre stato un appuntamento di buon auspicio per l’anno iniziato:

pensarti durante i giorni che precedono la tua celebrazione reca con sé un’apertura del cuore tenera e senza controindicazioni, fiduciosa del buono che può esserci nell’essere umano.

Nel tempo, ho corso la tua gara in molti modi: da neofita e inesperta fino a cercare il miglior tempo; in tutte le condizioni meteo, la maggior parte delle volte in mezzo al freddo del Gennaio romano, da sola o in compagnia, con diverse squadre podistiche fino alla mitica run and smile, di cui faccio parte e con la quale ti ho corso anche in modalità funny.

Quest’anno ho avuto il piacere di correre la tua gara con l’onda donna, in un pensiero rivolto a Clara, stampata sulle magliette rosse orgogliosamente indossate prima dello start, e in parte, anche durante i 10 km che si possono percorrere in tua memoria sul lungotevere. Nella tua competizione, le donne hanno voluto sottolineare la loro autonomia e indipendenza,

rammentando al mondo la necessità che ognuno/a abbia il suo spazio sicuro di espressione e libertà personale.

Ho sventolato la maglietta come una bandiera sul traguardo della gara, insieme alla mia amica Alex – che ringrazio per essere stata una efficacissima pacer – sentendo che si può vincere contro ogni discriminazione, contro ogni violenza, con la testardaggine di chi insiste su ogni chilometro giungendo ad afferrare la tua medaglia che mai come adesso, grida speranza, fiducia, perseveranza.

Tutti e tutte noi siamo lì ogni anno dietro la tua sagoma – disegnata ad arte sulla medaglia del 2025 – a correre in tuo nome, alleggerendo lungo la via la nostra anima di tutto ciò che possiamo aver subito, forti della tua testimonianza, stringendoci l’uno all’altra, in una umanità che nel dolore e nella gioia resta un unica immensa realtà, priva di differenze pur con le sue diversità.

Con te ci sentiamo meno soli e più pronti a resistere alle avversità e alle teorie bizzarre di chi vuole dividerci per razza, sesso, religione o idee politiche.

Il senso di uguaglianza che si corre con te resta come un riconoscimento costante e tangibile, una spinta ad essere migliori di ieri, migliori di sempre.

Caro Miguel ho molte più rughe adesso di quando ti ho conosciuto, ma non mancherò di correrti finché avrò la forza di farlo perché il tuo ricordo viva in me, così come in tutti e tutte coloro che si ritrovano ogni anno nel tuo nome.

Grazie Miguel

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